Feb 9, 2009
In un futuro post apocalittico il mondo è allo sbando, l'ultima speranza per il genere umano è rappresentato dalla città cupola di Rom-Do, dove la vita continua a scorrere monotona e tranquilla, regolata dal perfezionismo, dal consumismo e dal distacco emozionale che gli abitanti devono dimostrare per essere considerati "cittadini modello" e quindi degni della società.
L'equilibrio di questo idillo viene improvvisamente a mancare quando per le vie della città inizia diffondersi un'epidemia tra le macchine(autoreiv), che da sempre hanno aiutato l'uomo nelle sue mansioni. Il "Cogito", un virus di origine sconosciuta che permette agli androidi di prendere coscienza di loro stessi e provare dei sentimenti
...
umani.
Come se non bastasse, da un laboratorio segreto fugge una creatura sconosciuta, nota come "Proxy", seminando il panico in città e provocando la morte di numerosi cittadini. Re-L Mayer, la nipote del sindaco viene incaricata di indagare sui recenti accadimenti in città, fino a quando entrerà in contatto proprio col Proxy, dal quale verrà spaventatala a morte.
Ovviamente questo contatto non verrà riconosciuto dal dipartimento di sicurezza, che prontamente insabbierà la verità facendo passare Re-L per mentalmente instabile. Nonostante tutto lei è decisa a scoprire la verità riguardo la creatura che ha visto, iniziando le ricerche da un cittadino immigrato trovato svenuto nei paraggi dell'incontro di Re-L e il Proxy, Vincet law.
Queste le premesse per un anime che attinge a piene mani dall'immaginario cyberpunk, con palesi riferimenti a mostri sacri del genere come "Blade Runner", e impreziosito da spunti di riflessione che si rifanno ai grandi del pensiero filosofico(impossibile non riconoscere le innumerevoli citazioni di Cartesio).
Se la parte propriamente narrativa promette di mantenere vivo l'interesse con una trama ricca di colpi di scena e di trovate interessanti, anche la parte tecnica non è da meno. Le inquadrature dal taglio decisamente cinematografico,accompagnate da musiche d'atmosfera, rendono la visione decisamente piacevole.
Molto buono anche il lavoro svolto dal character design, tralasciando la protagonista comunque vittima un po' dello stereotipo che si porta dietro, gli altri sono tutti caratterizzati egregiamente.
Vincent all'inizio può sembrare il classico signor nessuno senza arte ne parte, ma il viaggio alla ricerca delle sue origini lo porterà a maturare l'esistenza di altre realtà al di fuori di Rom-Do, sviluppando una psicologia piuttosto interessante(coadiuvata anche dalla scissione nella natura stessa del personaggio).
Da qui anche il colore verde acceso dei suoi occhi(nascosti nei primi episodi) proprio a voler sottolineare la sua totale estraneità a un mondo dove i toni di grigio la fanno da padrone.
Interessante anche la piccola autoreiv Pino, la quale infettata dal Cogito, prenderà coscienza di avere un'anima, sperimentando sentimenti tipici degli umani come la gioia o la tristezza per la perdita delle persone vicine.
Il tutto è reso ancora più interessante anche dalla totale assenza di una figura totalmente negativa, il classico cattivone di turno, che qui esplica la funzione di perno della vicenda attraverso varie personalità come il capo del dipartimento di sicurezza Raul Creed, e in alcuni frangenti il dottor Dedalus Yumeno.
L'opera quindi si configura in quel filone degli anime con risvolti psicologici(innumerevoli riferimenti alle filosofie moderne), quindi non sarebbe neanche del tutto errato definirlo una sorta di Neon Genesis Evangelion moderno(alcuni passaggio prettamente immaginari ricordano molto le atmosfere), anche se il paragone finirebbe per banalizzare il tutto.
Anche qui come nell'opera della gainax, l'elemento divino ha una forte influenza lungo la narrazione, così come le riflessioni esistenziali dei personaggi, alternando momenti di narrazione, a vere e proprie puntata dedicate ad esplorare la psiche dei personaggi.
Il tutto scandito lungo l'arco di tempo di 23 episodi, anche se a conti fatti potevano risultare meglio ripartiti. Una galoppata iniziale ricca di eventi incalzanti, cede il passo a una narrazione più pacata e riflessiva nella seconda parte, per poi ritrovarsi catapultati negli atti finali senza essersene resi conto.
In effetti il rischio di perdere il filo, soprattutto quando la narrazione cede il passo ai momenti più squisitamente psicologici è alto, il che può portare a perdersi qualche dettaglio a livello di trama, ma fortunatamente la stessa è così ben congegnata da portare lo spettatore a riprendersi i momenti chiave.
Infine, menzione speciale alle numerose citazioni presenti, che spaziano tra il campo letterale(La piccola Pino ricorda il burattino di Collodi), cinematografico(la scena della carrozzella della corazzata Potemkin), artistico( Ophelia di Milais),architettonico(la stanza del sindaco è di chiara ispirazione alla cappella dei Medici di Michelangelo), musicale(la sigla finale è Paranoid Android dei Radiohead)e chi più ne ha più ne metta. Proprio questo continuo scoprire citazioni su citazioni rappresenta quasi un secondo livello di apprezzamento dell'opera, che ne è letteralmente infarcito, basti pensare ai soli nomi dei vari personaggi.
Chiudendo mi sento di consigliare quest'opera a tutti, visto che può essere apprezzato a più livelli, dal semplice spettatore attratto dalla trama, a quello più esigente in cerca di qualche spunto di riflessione una volta finite le vicende.
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